Chick Corea

Chick Corea, leggenda del jazz, lascia un vuoto

Jazzista universale, pianista dal talento immenso, il pianista statunitense di origine italiana muore a 79 anni.

Chick Corea

La notizia della morte di Chick Corea è stata appresa dal mondo intero attraverso il suo profilo Facebook contenente il ringraziamento a “tutti coloro che lungo il mio viaggio hanno contribuito a mantenere vivo il fuoco della musica”.

Chick Corea, leggenda del jazz, lascia un vuoto

Jazzista universale, pianista dal talento immenso, il pianista statunitense di origine italiana muore a 79 anni.

Chick Corea

La notizia della morte di Chick Corea è stata appresa dal mondo intero attraverso il suo profilo Facebook contenente il ringraziamento a “tutti coloro che lungo il mio viaggio hanno contribuito a mantenere vivo il fuoco della musica”.

Morto a 79 anni a causa di una rara forma di tumore, che solo da poco tempo aveva scoperto di avere, la legenda del Jazz, Vincitore di 23 Grammy, ha suonato con i più grandi jazzisti del mondo, da Miles Davis a Stanley Clarke.
Di origine italiane (Catanzaro), si avvicina alla musica grazie al padre Armando che suonava la tromba in una formazione Dixieland, e inizia ia suonare il pianoforte a soli quattro anni.
Pur avendo lasciato gli studi relativamente presto, nei sessant’anni circa di carriera, Corea ha abbracciato numerosi generi musicali, che gli hanno permesso di sviluppare uno stile unico e completo.

Negli anni Sessanta Chick Corea inizia a muovere i primi passi nel mondo della musica avvicinandosi alla musica latinoamericana arrivando a pubblicare il primo album nel 1966 con il nome “Tones For Joan’s Bones” insieme a un quintetto con Woody Shaw alla tromba e Steve Swallow al contrabbasso. Il 1968 lo inserisce già tra i grandi del jazz con l’album “Now He Sings, Now He Sobs” con Roy Haynes alla batteria e Miroslav Vitous al contrabbasso.

Alla fine degli anni Sessanta abbraccia Scientology (che cambierà il corso della sua carriera) ed entra a far parte del gruppo di Miles Davis partecipando alla realizzazione di album storici come “In a Silent Way e Bitches Brew”.
Il 1976 lo ricorda per il suo primo Grammy Award vinto per l’album “No Mystery” con la sua band Return to forever considerata tra le più importanti del genere jazz-fusion e nata dall’incontro di Corea e Clarke con Airto Moreira e Flora Purim. Da quell’anno non si ferma più ed entra nella storia della musica per essere l’artista con il maggior numero di Grammy vinti in ambito jazz.

Appena un anno fa, era il 2020, l’ultimo Grammy nella categoria dedicata ai migliori album di musica jazz latina, con “Antidote”, registrato insieme alla Spanish Heart Band; ma potrebbe aggiudicarsene anche due postumi perché è candidato nell’edizione 2021 in due categorie: miglior solo jazz improvvisato per “All Blues” e miglior album strumentale per “Trilogy 2”.

In Italia lo ricordiamo grazie alla sua collaborazione con Pino Daniele che lo volle al suo fianco per una nuova versione di “Sicily”. Era il 1993 e Corea fu omaggiato da Pino per il brano inciso negli anni Ottanta dallo stesso Corea e che il cantautore partenopeo volle inserire nel suo album “Che Dio ti benedica”.
Anche Stefano Bollani ha inciso l’album “Orvieto” nel 2011 dove troviamo una registrazione con Chick Corea durante un’esibizione a Umbria Jazz Winter Festival del 2010.

Questo il suo ultimo messaggio diffuso dopo la sua scomparsa: “La mia missione è sempre stata quella di portare la gioia di creare ovunque potessi, e averlo fatto con tutti gli artisti che ammiro tanto, questa è stata la ricchezza della mia vita”.  

 

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