Walter Pandolfi – Studio, live e tanta didattica
Walter Pandolfi è un bassista professionista e un amante dell’insegnamento. Il suo curriculum lo vede collaborare con alcuni artisti provenienti da diversi talent show italiani (Amici, The Voice, X Factor) e in alcune trasmissioni televisive. Attualmente è il bassista dei Thegiornalisti, band in vetta a tutte le classifiche Italiane con i quali è in tour nei migliori club e palazzetti d’Italia. Noi di Guitar-nbass.com lo abbiamo incontrato per voi.
Walter Pandolfi – Studio, live e tanta didattica
Walter Pandolfi è un bassista professionista e un amante dell’insegnamento. Il suo curriculum lo vede collaborare con alcuni artisti provenienti da diversi talent show italiani (Amici, The Voice, X Factor) e in alcune trasmissioni televisive. Attualmente è il bassista dei Thegiornalisti, band in vetta a tutte le classifiche Italiane con i quali è in tour nei migliori club e palazzetti d’Italia. Noi di Guitar-nbass.com lo abbiamo incontrato per voi.
Marco Mammoliti: Ciao Walter e ben venuto su www.guitar-nbass.com. In questo momento ti trovi in pieno tour con i Thegiornalisti, una delle band italiane più in vista dei questa estate. Come è iniziata questa avventura e come sei entrato a far parte della band?
Walter Pandolfi: Ciao Marco, complimenti per il vostro sito innanzi tutto. Quest’avventura è cominciata così per caso. I Thegiornalisti l’anno scorso erano già una band che faceva parlare di se e forse sentendo che qualcosa di grosso si muoveva nell’aria hanno deciso di rinnovare un po’ la band. Mi telefonò Marco Primavera il batterista, mentre ero al mare (uno dei miei pochi giorni di vacanza) e mi disse che avevano bisogno di un nuovo bassista per il tour di Completamente Sold Out, ed ora eccomi qui.
MM: Sei ormai da tempo nel giro dei programmi televisivi, collabori con diversi artisti provenienti da diversi Talent Show italiani (Amici, The Voice, X Factor) e ti sei esibito in trasmissioni televisive come “Che tempo che fa” di Fabio Fazio e “Quelli che il calcio”. Una bella soddisfazione immagino?
WP: Si, ho avuto l’immenso piacere di collaborare con degli artisti molto bravi e di suonare durante importanti trasmissione come quelle che hai citato. L’esperienza che mi hanno regalato queste collaborazioni la ritengo di un valore inestimabile. Chi non sarebbe soddisfatto dopo anni di duro lavoro e studio?
MM: So che ami l’insegnamento e nel tuo cirriculum ho letto questa frase che mi ha colpito molto: “Il mio obbiettivo come insegnante è quello di garantire un ambiente positivo di apprendimento per tutti gli studenti. La mia esperienza lavorativa mi ha offerto una serie di competenze, comprese la comunicazione e capacità motivazionali.” Sai bene che queste sono premesse importanti e difficilmente si sentono in ambito musicale. Puoi spiegarci sinteticamente il tuo metodo di insegnamento?
WP: Sei andato a pescare un argomento che è un po’ difficile da sintetizzare per me, dato che lo ho molto a cuore ma ci provo. Ovviamente anche io sono stato uno studente e lo sono ancora, negli anni ho avuto diversi insegnanti di basso, alcuni devo ringraziarli di cuore, altri un po’ meno. Molti musicisti insegnano perché è un modo per arrotondare oltre ai concerti o alle session in studio, senza porsi una domanda però. Amo la didattica? Suonare ed insegnare come si suona sono due cose molto diverse, si può essere un ottimo musicista ma un pessimo maestro. Ne ho incontrati diversi ed anche dai miei allievi ne ho sentite delle belle. C’è l’insegnante che suona sempre, 1 ora di lezione a sentire lui che “frulla” sul basso come un forsennato, e tu non sai cosa fartene di quello spettacolo perché non conosci neanche la triade di base. C’è quello che appositamente non ti insegna tutto, per tenerti tra le sue grinfie il più allungo possibile, o quello che è talmente confuso che non sa neanche lui come ha imparato a suonare. Io ho cercato di trarre spunto dagli insegnanti che mi hanno lasciato davvero qualcosa. Sono severo e metodico, forse troppo, ma allo stesso tempo nelle mie lezioni si ride, si ascolta musica e si parla di vita vissuta, la musica non è altro che la massima espressione della nostra personalità, quindi sono convinto che prima di fare cento note senza senso, bisogna imparare a farne almeno una che riesca a trasmettere ciò che siamo. Sono stato sintetico?
MM: Come riesci ad essere insegnante e musicista al contempo?
WP: Bella domanda, non lo so, lo faccio e basta. Faccio quello che amo, se avanza del tempo dormo.
MM: Cosa cerchi in un giovane allievo al primo approccio? C’è una particolarità al primo incontro che ti fa capire se un allievo può aver un futuro da musicista professionista o no e qual è una caratteristica che vorresti trovare in lui/lei?
WP: Io credo che ognuno abbia i suoi tempi di apprendimento, per essere un professionista bisogna essere preparati e metterci molto impegno. Quindi forse al di là di chi è più o meno portato e dei risultati tecnici sullo strumento, un futuro professionista deve avere almeno la caratteristica della perseveranza e deve saper lavorare con gli altri. Io nei miei allievi non cerco nulla, ascolto cosa vogliono e provo a farlo uscire fuori.
MM: Cosa suggerisci ad un giovane che volesse apprendere la professione del bassista?
WP: Suona le tastiere, scherzo ovviamente. Un solo consiglio mi sento di dare, ama il basso per quello che è, nel suo ruolo primario, e diventa il più bravo in quello se vuoi pagarci le bollette con il tuo strumento. Tutto il resto è sport, in cui potrai dedicartici in un secondo momento, prima impara a non suonare nulla per due battute di fila, allo slap ci penserai poi.
MM: Nel tuo lavoro ti fai accompagnare da brand come G&L, GR Bass, Galli strings. Puoi parlarci della tua strumentazione?
WP: Te ne parlo molto volentieri perché finalmente ho trovato la strumentazione adatta al genere che suono e ne sono felicissimo. Partiamo dai bassi, sono un amante del 5 corde ed in tour ho un bellissimo G&L L2500 oltre ad un L2000 4 corde che uso principalmente con il plettro. Sono strumenti molto ergonomici e ti ci sentì subito a tu agio, l’elettronica attiva e la possibilità di mettere in serie o in parallelo il doppio humbucker lo rendo uno strumento estremamente versatile. Li adoro. Gr Bass è stato amore a prima vista, dopo anni di mal di schiena per trasportare delle casse da 40kg è arrivata lei, la Gr 212, una definizione e una potenza ineguagliabili in solo 20kg di cassa. La mia schiena ringrazia. Come testata uso la Gr700 plus, dimensioni più che contenute, la porto nel trolley fra i vestiti. Ha una caratteristica unica a mio avviso, a differenza della maggior parte delle testate, non lavora eccessivamente il suono che di solito a causa di questo tende a standardizzarsi snaturando completamente il suono dello strumento ed il tocco del musicista. Ho potuto sentire il vero suono dei miei bassi solo con DI di ottima qualità e con questa magnifica testata. Per quanto riguarda le corde Galli c’è poco da dire, le usiamo tutti, ce n’è per tutti i gusti, io amo le coated perché sono pigro e non mi va di cambiarle troppo spesso, comunque anche le nickel normali sono favolose, hanno delle basse molto calde e sferragliano al punto giusto quando ci dai dentro. Le steel anche sono eccezionali, hanno un sustaine infinito, puoi veramente suonare una nota e andarti a preparare il caffè.
MM: Suonare con diversi artisti comporta una notevole capacità di adattamento e versatilità non solo musicali. A tuo avviso esistono modi diversi per affrontare diversi stili, diverse personalità artistiche e diverse produzioni?
WP: Lo spirito di adattamento per un turnista è tutto, bisogna saper suonare bene tutti gli stili ed essere sempre in grado di poter dare quanto richiesto. Non ci sono dei modi veri e propri, il nostro modo di lavorare è quello che piacerà o meno a chi ci ha chiamato per suonare.
MM: E, se vuoi puoi anche non rispondere, con quale artista ti sei sentito più a tuo agio?
WP: Ma ovvio che non voglio rispondere, non te lo dirò mai. Posso solo dire che essere umile simpatico e puntuale rende la convivenza possibile anche con il più scontroso degli artisti. Devo dire che nella maggior parte dei casi ho sempre avuto a che fare con persone fantastiche e di questo mi ritengo estremante fortunato.
MM: In situazioni live come con i Thegornalisiti, dove ti trovi a suonare brani già noti, hai modo di ritagliarti un po’ di spazio o segui ligio la linea di basso già scritta?
WP: Quando si lavora con grandi produzioni spesso bisogna fare i conti con gli arrangiamenti prestabiliti. Diciamo che per quanto riguarda il mio lavoro con i Thegiornalisti la cosa è divisa a metà, ci sono brani che hanno bisogno di quello che è stato scritto e del suono che è stato scelto, tentare altre strade non porterebbe a nulla di migliore. Altri brani per quanto riguarda il mio strumento sono più liberi, in questi brani con il dovuto rispetto verso chi suona e chi ascolta posso dare sfogo alla mia fantasia.
MM: Grazie per la tua disponibilità e spero di avere il modo di vederci presto “live” sopra un palco.
WP: È stato un enorme piacere, ci vedremo sicuramente prestissimo.